La Chiesa dell'Emiliani
Storia
Data di costruzione
Venne costruita tra il 1606-1608 per iniziativa del nobile genovese Andrea Fazio. Sostituì accanto al convento dei Minimi una precedente cappella dedicata a San Paolo. Venne dedicata al Santo Fondatore dei Minimi San Francesco da Paola.
Abbandono
Nel 1798 in seguito alle leggi napoleoniche i Minimi vennero dispersi e la Chiesa fu abbandonata.
Distruzione
Nel 1814 nella guerra contro Napoleone la flotta inglese, comandata da Lord Bentinck, bombardò la Chiesa dal mare, riducendola ad un mucchio di rovine. Rimasero in piedi solo il campanile ed i muri perimetrali.
Ricostruzione
Il 1 settembre 1899 iniziò l’attività del Collegio Emiliani. La prima preoccupazione dei Padri fu di ricostruire sull’antico disegno la Chiesa che venne dedicata al fondatore dei Padri Somaschi San Girolamo Emiliani.
Consacrazione
Il 13 dicembre 1900, quasi alla fine dell’anno santo del Giubileo, Mons. Ambrogio Daffra, Vescovo di Ventimiglia, con assistenza di Mons. Tommaso Reggio arcivescovo di Genova (recentemente proclamato beato), e di Mons Abbati vescovo titolare di Adrianopoli consacrava la Chiesa. L’11 novembre precedente erano state innalzate e benedette da Mons. Abbati tre nuove campane, aggiunte ad una quarta (inattiva perché corrosa dal tempo e senza battaglio) che porta la data di fusione (1624).
Struttura esterna
Facciata
La facciata piana è a doppio saliente, con volute laterali di raccordo nella parte alta. La sommità centrale ha una grande croce di ferro, quelle laterali sono decorate con dei cippi a forma di anfora con fiamma.
La facciata è affrescata con dei motivi architettonici (ormai sbiaditi) per animare la superficie: nella parte inferiore sei paraste a sezione rettangolare con capitelli ionici e festoni, nella parte superiore una balaustra e un grande timpano interrotto sopra le finestre. Sopra il portale e sotto la vetrata vi è una statua in bronzo di San Girolamo Emiliani, che abbraccia ed addita la strada verso l’alto ad un giovane studente con un libro in mano. La statua è dello scultore Giobatta Airaldi e vi venne posta nel 1975; fu benedetta dall’arcivescovo di Reggio Calabria Mons. Giovani Ferro.
In basso spicca un rivestimento in marmo rosso.
Campanile
E’ un elemento caratteristico nel paesaggio del porticciolo di Nervi. Ha una sezione quadrata con vari stacchi sottolineati da un ripiano di ardesia aggettante e con i quattro spigoli affrescati a bugnato; la lanterna è cilindrica con tondi ciechi ed è affiancata da quattro cippi di forme geometriche, la copertura è a cupola ogivale rivestita di piastre di ardesia. Sovrasta una grande croce di ferro, protetta dal parafulmine.
Struttura interna
Navata
L’interno è ad una sola navata, di notevole altezza, con volta a botte ed abside allungata. La Chiesa ha un vasto presbiterio e sei capelle laterali. Il pavimento (del 1970) è in riquadri di marmo di diversi colori: prevalgono le tonalità nere, bianche, rossi e verdi: al centro in mosaico di marmo lo stemma della famiglia di San Girolamo Emiliani. Un rivestimento di marmo di color grigio alto oltre un metro corre tutto intorno alla parte inferiore delle pareti laterali. In alto nella fascia del cornicione finemente decorato si snoda, incominciando da sinistra, una lunga scritta in latino, tratta dalla lettera di San Giacomo apostolo, applicata dalla liturgia a San Girolamo Emiliani: RELIGIO MUNDA ET IMMACULATA APUD DEUM ET PATREM HAEC EST: VISITARE PUPILLUM ET VIDUAM IN TRIBULATIONE EORUM ET IMMACULATUM SE CUSTODIRE AB HOC SAECULO. (Religione santa e pura davanti a Dio Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro tribolazioni e conservarsi incontaminati da questo mondo). Una bella via Crucis dell’Ottocento con le sue 14 stazioni riprodotte su tela è appesa ad intervalli regolari sulle lesene laterali.
Decorazione
La decorazione della Chiesa fu eseguita nel 1900 per la parte esornativa (lesene, volute, ghirlande) dal decoratore di Quinto G. Carbone e per la parte pittorica dal giovane pittore romano Filippo Pinci, che dipinse la volta centrale ed il catino dell’abside.
Affreschi
Gli affreschi dell’inizio del 1900, opera di Filippo Pinci, riflettono la spiritualità della Congregazione dei Padri Somaschi. Nel catino dell’abside è rappresentata la gloria dell’Eucarestia, sostenuta da due angeli adoranti in mezzo ad un coro circolare di beati del Paradiso. Alle tonalità lievi di questa scena si contrappongono le quattro figure allegoriche, rappresentate a tinte forti: la Carità che abbraccia due bimbi, la Fede con l’asta della croce, la Speranza in abito verde, L’Angelo del sacrificio eucaristico che tiene fra le mani il calice con l’ostia e la croce. Nella volta del presbiterio, al centro Dio Creatore ed ai lati due figure allegoriche rappresentanti a sinistra la giustizia e a destra la sapienza. Al centro della volta la gloria di San Girolamo Emiliani che benedice e protegge il Collegio. Esso ci appare come era stato appena ristrutturato agli inizi della attività. Sono inoltre affrescati i Santi e le Sante, particolarmente venerati nella Congregazione: nella volta al centro Santa Maria Francesca dalle cinque piaghe, aggregata somasca (vicino al presbiterio), e Santa Caterina da Siena (vicino all’entrata), a destra San Pietro Martire, Mosè, Sant’Agostino, a sinistra San Maiolo Abate, San Paolo e San Pio V.
Presbiterio
Il presbiterio nella forma attuale risale alla ristrutturazione iniziata nel 1970. L’altare in marmo, l’ambone ed il tabernacolo, il crocefisso astile sono opera dello scultore Giobatta Airaldi. L’altare in marmo bianco, consacrato dal Card. Siri il 30 maggio 1972, è sopraelevato di due gradini. Nel basamento, che assume nei due lati più lunghi una linea ovale, lo scultore ha rappresentato in forma essenziale l’ultima cena. Al centro in posizione frontale, staccato dagli apostoli e più grande di loro, Cristo con l’aureola consacra il pane ed il vino sulla mensa. Da una parte e dall’altra sei apostoli in leggera rotazione contemplano i segni eucaristici. L’altare è stato pensato soprattutto per la concelebrazione di una comunità religiosa. L’ambone in marmo è decorato con i simboli dei quattro evangelisti. Nel disporre le ali dell’angelo, dell’aquila, del leone e del bue lo scultore ha impresso all’insieme un dinamico movimento circolare.
Il tabernacolo in bronzo dorato è l’opera di maggior impegno dello scultore. Esso si innalza come l’albero della vita che dà il suo frutto: l’Eucarestia. Nell’asse centrale sono rappresentati la creazione, il servo sofferente condotto per mano alla morte, la porticina con la colomba dello Spirito ed i simboli del grano e dell’uva, il Cristo risorto tra i raggi della gloria che emanano dal mistero eucaristico. A sinistra in linea discendente i simboli eucaristici dell’Antico Testamento aventi come tema la Pasqua ebraica: l’agnello sgozzato, l’angelo sterminatore che risparmia le case segnate dal sangue, il passaggio del Mar Rosso sotto l’ombra delle ali divine, il Sinai, la nube, il serpente di bronzo, le dodici stele delle tribù d’Israele, l’aspersione dell’altare con il sangue. A destra con movimento ascendente i simboli eucaristici del Nuovo Testamento: la croce, il cuore di Cristo da cui sgorgano sangue ed acqua, l’angelo della Resurrezione, il calice e l’ostia segno della nuova alleanza, la Gerusalemme messianica, l’agnello glorioso. I quattro evangelisti ed i volti dei profeti chiudono circolarmente tutta la rappresentazione del mistero. L’organo, a due tastiere è del 1914. E’ separato dal tabernacolo da un pannello di plexiglas, inciso da G. Airaldi con simboli cosmici che richiamano la creazione.
Due grandi tele del pittore genovese Mattia Traverso (1885-1956) si trovano sulle pareti laterali: a destra San Girolamo Emiliani, aiutato dai suoi ragazzi, insegna il catechismo ai contadini. Il quadro dipinto nel 1939 è movimentato dalla presenza di tanti bambini, rappresentati in un ambiente campestre e sereno. Una tenue luce diffusa pervade tutto il paesaggio. A sinistra S. Girolamo Emiliani seppellisce di notte gli appestati: la tela del 1941 è drammatica, con forti contrasti di luce, che richiamano l’arte del grande Caravaggio.
Due statue sono collocate in due nicchie laterali vicino al presbiterio: a destra la statua devozionale in gesso di Sant’Agostino, alla cui regola si ispirano le Costituzioni del Padri Somaschi, ed a sinistra una bella statua lignea dell’Ottocento dell’Angelo Custode, il quale avvolto in un abito mosso e fluente addita ad un bambino la via del cielo.
Cappelle laterali
Tutte le cappelle laterali (esclusa la cappella che serve come ingresso) hanno l’altare di marmo, come pure la balaustra, ad eccezione della cappella della Madonna di Lourdes, delimitata da una bella cancellata in ferro battuto. Le cappelle di sinistra sono chiuse in alto da vetrate semicircolari decorate con motivi geometrici e floreali.
Cappella di San Francesco da Paola (prima a destra).
La balaustra e l’altare sono di marmo: da notare la porticina in argento del tabernacolo ed il quadro del Seicento, davvero molto bello, anche se bisognoso di un restauro, di San Francesco da Paola in estasi. La luce si concentra tutta sul volto e sulle mani del Santo. E’ il più antico della Chiesa e fu donato nel 1901 dalla famiglia Drago, una famiglia di capitani di mare. Alle pareti due pannelli eseguiti da un fratello religioso con la tecnica dell’intarsio (il materiale è costituto di paglia pressata e lavorata) con simboli dell’eucarestia e della passione.
Cappella di Santa Teresa del Bambino Gesù (seconda a destra)
Un tempo era la cappella che ospitava la statua del Sacro Cuore, ora sull’altare maggiore. Nel 1935 venne aperta la porta di comunicazione con il Collegio per l’ingresso e l’uscita degli alunni. Nella nicchia venne posta una statua di Santa Teresa del Bambino Gesù.
Cappella di Sant'Antonio (terza a destra).
La balaustra, l’altare con tabernacolo sovrastato da ciborio sono di marmo. Al centro la statua di Sant’Antonio. Frasi e motivi ornamentali, così come avviene per gli altri altari, si richiamano alla liturgia in onore del Santo.
Cappella di San Girolamo Emiliani (prima a sinistra).
E’ dedicata al Santo Fondatore dei Padri Somaschi ed attuale titolare della chiesa. Fu inaugurata l’8 febbraio 1901. Sull’altare di marmo una pala rappresentante san Girolamo che presenta i ragazzi alla Madonna. E’ una copia (con l’aggiunta di alcuni fanciulli) di un quadro del santo che si trova nella chiesa di santa Maria in Acquiro in Roma.
Cappella di Nostra Signora di Lourdes.
La grotta di Lourdes che sovrasta il bell’altare di marmo con colonnine tortili fu fatta costruire dalla famiglia Gazzolo di Nervi e fu benedetta il 21 luglio 1901. Ai lati due riquadri affrescati rappresentano l’Assunta e la Madonna dello scapolare. Di buona fattura, in atteggiamenti vivaci e festosi, gli angioletti della volta.
Cappella di San Giuseppe .
E’ dedicata alla devozione di San Giuseppe, di S. Maria Maddalena e di San Luigi, le cui statue devozionali sono collocate sopra l’altare di marmo. Nei riquadri laterali due affreschi rappresentanti San Benedetto Labre e Sant’Anna. La cappella, come è ricordato in due iscrizioni ai fianchi dell’altare, fu fatta costruire dal P. Antonio Brunetti, allora responsabile della Chiesa, in memoria dei suoi defunti. Fu benedetta il 19 marzo del 1902.
Controfacciata
Sopra la bussola d’ingresso è collocato un quadro di Mattia Traverso rappresentante l’Immacolata Concezione. La luce candidissima si concentra, focalizzata dal movimento circolare degli angeli, sul volto di Maria. La tecnica richiama la pittura del Murillo. Due tele devozionali rappresentano ai lati San Girolamo che raccoglie gli orfani a Venezia e che depone le sue catene di prigionia davanti all’immagine della Madonna Grande di Treviso. In basso a destra un’altra tela del Traverso rappresenta l’Angelo Custode. A sinistra un Crocefisso del Settecento è esposto alla devozione dei fedeli.